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Siena Calcio, sequestrati 8,5
milioni all’ex presidente Mezzaroma. “Mps finanziò con 22 milioni la
vendita fittizia del marchio”
Aug. 8th, 2017
Al termine delle indagini sul fallimento del club
toscano i reati ipotizzati sono bancarotta fraudolenta, emissione di fatture
per operazioni inesistenti e omessi versamenti di imposte, nonché il reato di
accesso abusivo al credito. Bloccati disponibilità finanziarie trovate sui
conti correnti, immobili e quote societarie. Al centro di tutto, la cessione
del marchio (sopravvalutato) a una società costituita ad hoc che ottenne un
prestito dal gruppo di Rocca Salimbeni
Oltre 8,5 milioni di euro sono stati sequestrati all’ex
presidente del Siena Calcio Massimo Mezzaroma al termine delle indagini
sul fallimento del club toscano, che non si iscrisse al
campionato di Serie A nel giugno 2014. I reati ipotizzati dai pm
della procura di Siena e dagli investigatori della Guardia di
finanza sono bancarotta fraudolenta patrimoniale mediante
distrazioni di denaro, false comunicazioni sociali e per pagamenti
preferenziali. All’imprenditore romano – indagato assieme ad altre 10 persone –
vengono contestati anche reati fiscali per dichiarazione fraudolenta,
emissione di fatture per operazioni inesistenti e omessi versamenti di
imposte, nonché il reato di accesso abusivo al credito. Per questo, i
finanzieri hanno bloccato disponibilità finanziarie trovate sui conti
correnti, immobili a
Roma e quote di partecipazione di alcune società del gruppo.
Tutto ruoterebbe – stando all’inchiesta – attorno alla
cessione del marchio del marchio Ac Siena a una nuova società, con sede
a Roma, creata appositamente per quell’operazione e di fatto mai operante.
La B&W Communication – costituita nell’ottobre 2011
e in parte riconducibile allo stesso Mezzaroma – stipulò il contratto
d’acquisto nel dicembre 2011 salvo sospendere l’operazione in attesa di un
finanziamento. Che arrivò, poi, dalla Banca Monte dei Paschi di Siena. L’istituto senese,
che all’epoca versata già in una profonda crisi finanziaria, a fronte
della sola garanzia dello stesso marchio – sopravvalutato in 25 milioni
di euro a
fronte di un valore effettivo, stimato da perizia giurata, pari al massimo a
4-5 milioni di euro – erogò un finanziamento di 22 milioni alla B&W.
Contestualmente alla cessione del marchio, la società
acquirente ha stipulato un contratto di affitto del marchio stesso, con la Ac
Siena che, quindi, per utilizzare il proprio marchio si ritrovava a pagare un
canone mensile, di valore pari alla rata del mutuo che la newco doveva
restituire a Mps, finanziante l’operazione. Sulla base di ciò si è contestata
l’esecuzione dell’operazione perché finalizzata a consentire alla società
calcistica un finanziamento che altrimenti non avrebbe potuto ottenere, a causa
del grave stato di dissesto economico in cui versava: il bilancio
2010-2011 riportava già perdite per oltre 20 milioni di euro.
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